Anche quest’anno a Sesto Calende si svolgerà la Festa del Tartufo, occasione per rinnovare il calore caratteristico dell’accoglienza e dell’amicizia che la nostra Città sa così bene esprimere.
Le multiformi attività ed iniziative che, cogliendo l’occasione della stagione dei Tartufi, il Gruppo Artigiani, Commercianti e Terziario Avanzato di Sesto Calende organizza, si articoleranno nelle varie Piazze e Vie del Centro Sabato Sera 18 e Domenica 19 Ottobre 2014.
Ma vediamo in dettaglio alcune delle iniziative previste.
Innanzitutto, in Piazza Guarana, il “Mercatino del Tartufo d’Alba” con le “Bancarelle del Gusto” stimoleranno le nostre golosità ataviche non solo con i tartufi, motivo dominante della festa, ma anche con gli invitanti Prodotti Naturali delle Langhe.
Avete mai assaggiato il “Risotto al Tartufo“? L’occasione sarà propizia ed offerta dalla Festa del Tartufo dove, a partire da Sabato Sera fino a Domenica sera, sarà operativo in Piazza Guarana un punto di distribuzione di questo imperdibile Primo Piatto, dal delizioso profumo ed ineguagliabile aroma.
Per chi invece vuole trovare un comodo riparo e farsi servire al proprio tavolo le delizie di gustosi “Menu a Tema” potrà comodamente accomodarsi presso il “Pomodoro Rosso” sulla via Alzaia, oppure all’ ”Albergo Sole“ sito nella Ruga del Porto Vecchio, o ancora, Sabato a mezzogiorno, da “Holly Drink”, in via Zutti.
Noti locali Sestesi che per l’occasione avranno modo di deliziare i propri commensali con ricette e portate legate alla Festa del Tartufo.
Per chi vuole essere più semplice, ecco che in Piazza Mazzini il “Bar Franco” propone cena tipica a base di “Polenta di Lentate e Bruscitt” con carne piemontese, e se i nostri boschi vorranno …con funghi.
In Piazza Mazzini, poi, sia Sabato che Domenica, sarà presente un Mercatino di Arti e Mestieri: ogni bancarella avrà da omaggiare o da abbinare alla vendite delle “Lanterne dei Desideri” e, alle ore 21 di Sabato, ognuno esprimerà il suo desiderio con lancio delle lanterne volanti.
Da menzionare anche lo Stand Gastronomico “Il Raviolo di Sesto Calende” con le sue “Ravioline di Sesto”, il banco di vendita della Farina della Polenta della “Cascina Molino“ di Lentate, che è un prodotto sestese, e la Castagnata di beneficenza sul Lungo Fiume.
Per arricchire la giornata, in Piazza Garibaldi sarà presente, come di consueto ogni terzo sabato del mese, il Mercatino dell’Antiquariato, e inoltre vari artisti esporranno le loro opere sotto il portico della Cariplo.
Per la curiosità dei nostri lettori, riportiamo un po’ di curiosità storiche sul Tartufo.
La Storia del Tartufo
E’ noto che fin dall’antichità si facesse uso gastronomico di questo pregiato fungo ipogeo, dai Babilonesi agli Egizi, che furono i primi a decantarne le qualità, dal faraone Cheope, che li preferiva cotti, al greco Teofrasto, allievo di Aristotele, al quale si fa risalire una curiosa e famosa cantonata scientifica sulla natura del nobile vegetale: secondo la sua interpretazione, lo sviluppo del Tartufo sarebbe da attribuire niente meno che alla combinazione tra pioggia e tuono, introducendo in questo modo la millenaria nomea sulle sue virtù.
Era presente sulla tavola del celebre Lucullo, uomo di proverbiali stravizi, ed ai Romani si devono, seppure incidentalmente, i nomi correnti del Tartufo: terrae tuber, come lo definirono Plinio il Vecchio e Petronio, o truffolae terrae, vale a dire rigonfiamento della terra, sintetizzato in truffolae, da questo il dialettale trifola e le voci straniere truffe, francese, e truffle, inglese.
Trascurati per millenni dalla gastronomia, i “nostri” tartufi (poichè quelli usati nei secoli precedenti erano dei simili), rientrano in scena con vigore sul nascere del secondo Millennio.
L’epoca grigia del tartufo sembra ormai lontana, sono lontane le teorie strampalate di Teofrasto e di quanti sostenevano dicerie sulle sue virtù, e nel nuovo clima che si sta creando attorno a questo tubero, l’epoca dei Comuni e delle Signorie rappresenta la rinascita gastronomica che porterà i tartufi bianchi e neri a diventare i protagonisti delle tavole del Rinascimento.
Aneddoti che coinvolgono personaggi di grido del tempo si susseguono, da Caterina De Medici, cui si attribuisce il merito di aver portato il Tartufo alla corte di Francia, a Lucrezia Borgia, che pare se ne servisse per accrescere il suo fascino.
Quanto alle presunte proprietà erotiche del tubero, qualche risvolto ormonale deve pur averlo il suo forte profumo.
Perchè mai le femmine di cinghiale, stando a certi cronisti, avrebbe interrotto la fuga imbattendosi nella fatale trifola?
Di questi aneddoti ne è colmo anche il campo gastronomico fino all’apoteosi dei Tournedos alla Rossini.
Paralleli ai progressi gastronomici sono gli sforzi per scardinare il segreto biologico del Tartufo.
Scarsissimi i risultati: occorre aspettare il 1831 e la Monographia Tuberacearum di Carlo Vittadini perché lo si definisca un fungo ipogeo.
Nell’ attesa Molière lo eleva ai disonori della commedia facendo di Tartufo il suo più celebre eroe negativo, ipocrita e moralmente sotterraneo (e l’ evidente parentela della parola truffa da truffe la dice lunga sulle delusioni già allora patite da cercatori e acquirenti).
Un ingiusto destino per questo nobile prodotto della terra.
La Festa del Tartufo