Nell’immediato dopoguerra, i primi interventi per il salvataggio della SIAI Marchetti tendono a far diminuire le spese e riconvertire la produzione in ambito civile dedicandosi alla realizzazione di mobili, serramenti, biciclette, motociclette, traghetti, motopescherecci, vagoni ferroviari, tram, filobus, rimorchi, oltre a vari lavori di meccanica in conto terzi.
Nel settore “avio” lavorano pochi addetti dediti allo sviluppo del quadrimotore da trasporto civile SM.95 il cui primo volo è stato effettuato nel 1943, mentre la presentazione ufficiale alle autorità avviene nell’aprile 1946 sull’aeroporto di Centocelle, a Roma.
Purtroppo però le commesse del settore civile non consentono la piena occupazione di tutte le maestranze.
La SIAI Marchetti, il 3 agosto 1945 licenzia circa 2.500 dipendenti così che, nel dicembre di quell’anno, il personale impiegato risulta essere di 8.400 unità.
Le clausole armistiziali del trattato di pace vietano poi la navigazione aerea privata e limitano sia la costruzione di velivoli, subordinandola ad una specifica autorizzazione, sia il numero dei velivoli in servizio nella neonata Aeronautica Militare Italiana.
Da sottolineare inoltre che l’industria aeronautica italiana si trova in una condizione di arretratezza tecnologica rispetto alle aziende inglesi ed americane, situazione questa che non le consente di superare solo con le sue forze la crisi del primo dopoguerra.
Il quadrimotore SM.95 è un buon apparecchio, ma è ancora di costruzione lignea con cabina non pressurizzata e quindi fatica ad imporsi nei confronti di un mercato civile che necessita invece di aeroplani moderni per far riprendere il trasporto internazionale di passeggeri e merci.
Sviluppato sulla base dell’aereo da trasporto S.75 e denominato inizialmente come S.76, il progetto di questo quadrimotore venne accantonato in seguito all’entrata in guerra dell’Italia nel 1940 ma, l’anno successivo, una richiesta della L.A.T.I. per un quadrimotore da utilizzare sulle rotte verso il Sud America, fece rispolverare il progetto dell’SM.95 il cui primo prototipo volò nel maggio 1943 sul campo di Vergiate con ai comandi il collaudatore Guglielmo Algarotti.
I primi due esemplari costruiti furono requisiti dai tedeschi e trasferiti in Germania dove furono assegnati alla Luftwaffe e successivamente rimasero distrutti dalle vicende belliche.
Il 30 luglio 1945 volò il terzo esemplare, rimasto non ultimato presso le officine SIAI Marchetti in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943.
Nel 1947 la neonata compagnia di bandiera Alitalia acquistò sei, mentre la L.A.T.I. utilizzò tre esemplari sulle rotte con il Sud America a partire dal 1949.
Anche la Lebanese International Airways e la compagnia di bandiera egiziana S.A.I.D.E impiegarono questo velivolo sulle rotte tra Il Cairo, Roma e Parigi.
Da sottolineare che il 6 agosto 1947 è proprio un SM.95 dell’Alitalia ad inaugurare la prima rotta internazionale Roma-Oslo.
In totale i velivoli di serie realizzati furono 20, dei quali l’ultimo esemplare uscì dalle linee di montaggio il 18 novembre 1949, mentre l’ultimo volo di un SM.95 fu registrato il 28 settembre 1954.
La strada imboccata quindi in quegli anni dalle industrie aeronautiche italiane per uscire dalla crisi è quella della costruzione su licenza, anche se non mancano interessanti progetti e realizzazione di prototipi di apparecchi da scuola e turismo oltre che da trasporto passeggeri messi a punto anche nelle officine di Sesto Calende e Vergiate dalle maestranze della SIAI Marchetti.
Il 20 dicembre 1947 vola a Vergiate il prototipo dell’aeroplano da turismo a sei posti SM.101 che, dopo qualche breve apparizione al Raduno Aereo di Cannes ed una partecipazione al Giro Aereo d’Italia del 1948, lascia il posto ad un nuovo prodotto della SIAI Marchetti.
Si tratta del bimotore SM.102 battezzato Slughi il cui prototipo vola il 24 febbraio 1949.
Esso viene definito da una pubblicità dell’epoca come “apparecchio da trasporto comodo, sicuro e rapido di passeggeri anche su linee di carattere alpino e per atterraggi e decolli su campi di limitate dimensioni”, un tipo di trasporto oggi molto diffuso detto di terzo livello.
L’SM.102 incontra un discreto successo di vendita, infatti viene acquistato in una ventina di esemplari dall’Aeronautica Militare che lo utilizza per missioni di collegamento e trasporto leggero fino alla fine degli anni ’50 insieme al bimotore di costruzione americana Beechcraft C-45.
Nell’estate 1950 il rappresentante italiano dell’azienda americana Bell, Leone Concato, porta a Vergiate un elicottero Bell mod. 47 proponendo alla SIAI di acquistarne la licenza di costruzione.
Nonostante la realizzazione del velivolo sia alla portata della ditta, l’ing. Marchetti ed una parte del consiglio di amministrazione, forse anche per la portata dell’impegno finanziario necessario, si dichiarano contrari all’operazione così come farà anche l’Aeronautica Macchi; sarà infine l’Agusta ad acquisire la licenza di costruzione, determinando la propria fortuna!
Diversi esemplari di C-45, C-47 Dakota, C-123 Provider vengono revisionati e riparati dalle officine della SIAI Marchetti a Vergiate e Malpensa insieme ad un certo numero di S.79 e SM.82.
L’ufficio tecnico dell’azienda ha intanto elaborato diversi altri progetti di aeroplani che purtroppo rimangono solo sulla carta.
A partire dal giugno 1950 però la situazione produttiva alla SIAI Marchetti diviene preoccupante, tanto che l’orario di lavoro si riduce a ventiquattro ore settimanali fino al 1951 quando i vertici aziendali comunicano di voler tagliare altri 1.500 posti di lavoro per mancanza di commesse.
Proprio il 1951 rappresenta un anno cruciale per la SIAI Marchetti.
L’attività che già per il 1950 era stata inferiore a quella del 1949, non è in grado di far fronte ai pagamenti degli stipendi dei dipendenti.
Si arriva quindi al 28 agosto 1951 e l’assemblea degli azionisti decide lo scioglimento della società e la nomina di un liquidatore nella persona del dottor Mario Protto…
Tratto dal libro PIU’CENTO