Il 25 Maggio 1928 il dirigibile Italia, guidato dal Gen.Umberto Nobile, di ritorno da una missione al Polo Nord, precipitò urtando il ghiaccio e lasciando sul terreno i dieci uomini dell’equipaggio.
L’incidente dette il via ad una febbrile attività di ricerca da parte di molti paesi con tutti i mezzi a disposizione, compreso l’aereo.
Fortunatamente i superstiti dell’incidente si trovarono circondati dai materiali caduti con l’impatto sul ghiaccio, tra i quali cibo, una radio e una tenda che diventerà la famosa ‘Tenda Rossa’, il che permetterà loro di sopravvivere per sette settimane in condizioni climatiche proibitive.
In Italia, Umberto Maddalena venne incaricato per primo di occuparsi delle operazioni di ricerca e, a tale scopo, ebbe a disposizione un S.55M prelevato da Sesto Calende.
Le modifiche al velivolo furono minime, anche a causa dell’urgenza contingente, e così già il 10 Giugno l’S.55 partiva dall’idroscalo di S. Anna alla volta della Baia del Re, giungendovi otto giorni più tardi.
Il volo di trasferimento di oltre 7.000 chilometri si svolse senza inconvenienti sorvolando, per la prima volta nella storia, l’insidioso Mare di Barents.
A seguito di un appello disperato da parte dei naufraghi raccolto via radio nella notte del 18 Giugno, Maddalena ordinò di rifornire in tutta fretta l’idrovolante caricandolo con una gran quantità di indumenti, viveri, accumulatori, armi e munizioni:
«gli scafi dell’idrovolante ingoiano materiale come la stiva di un piroscafo e la linea di galleggiamento di essi sorpassa il limite normale. Riusciremo a decollare con tanto carico?»
annotava Maddalena sul Suo diario prima della partenza alla volta del Polo Nord.
Alle 5 del mattino del 19 Giugno tutto era pronto e la ricerca della famosa tenda rossa dei naufraghi ebbe inizio.
L’equipaggio dell’S.55 era formato, oltre che da Maddalena, dal Copilota Ten.Cagna, dal motorista Rampini e dal radiotelegrafista Marsano.
Le difficoltà di navigazione su un paesaggio che non offriva punti di riferimento si evidenziarono fin dal primo volo ma, grazie ad un sistema ingegnoso di segnalazione Morse messo a punto da Maddalena e concordato con il radiotelegrafista Biagi dalla Tenda Rossa, alle 10:45 del 20 Giugno, i naufraghi venivano localizzati e riforniti con oltre 300 chilogrammi di materiali.
Nei giorni successivi si susseguirono le missioni di Maddalena e di altri mezzi provenienti da tutto il Mondo poi, a Luglio, finalmente il rompighiaccio russo Krassin riuscì a raggiungere i naufraghi portandoli in salvo.
L’S.55 ‘polare’ rientrò a Sesto Calende il 31 Agosto; aveva rifornito i naufraghi con oltre 500 chilogrammi di materiali e viveri, compiuto oltre 120 ore di volo delle quali 30 sulle regioni artiche (un numero superiore a quelle di tutti gli altri apparecchi impiegati nelle ricerche), rientrando infine in Italia con i propri mezzi e in perfetta efficienza dopo aver percorso qualcosa come 18.000 chilometri.
Al valoroso Umberto Maddalena, autore di questa impresa oltre che di altre, tra le quali il nuovo primato mondiale, dopo quello di Ferrarin e Del Prete del 1928, di durata e di distanza in circuito chiuso con l’S.64bis nel 1930 e la partecipazione alla Prima Crociera Atlantica del 1930-31, è dedicata una Via nelle vicinanze della Stazione, contigua alla Via Arturo Ferrarin.
Tratto dal libro PIU’CENTO