Nel 1917, con l’assunzione dell’ing. Raffaele Conflenti, nascono gli idrovolanti del tipo S.8 ed S.9, primi velivoli interamente progettati e costruiti autonomamente dalla SIAI.
L’S.8 era un biplano biposto da ricognizione armata e caccia ai sommergibili; l’S.9 ne era la variante triposto.
Caratterizzati dalla propulsione ad elica spingente, entrambi i modelli prevedevano la possibilità di imbarcare bombe da caduta leggere.
L’S.8 venne costruito in oltre duecento esemplari ed utilizzato dal Servizio Aeronautico della Marina sul finire della prima Guerra Mondiale, mentre il successivo S.9 non fece in tempo a prendere parte al conflitto e fu prodotto soprattutto in Francia, su licenza, dalla Chantiers Aéro-Maritimes de la Seine (CAMS).
L’S.8 aveva un aspetto tradizionale, simile agli F.B.A. e ai Lohner mod. “L” austro-ungarico.
Presentava uno scafo centrale realizzato in legno, dotato di un abitacolo aperto a due posti affiancati per il pilota ed il copilota osservatore, e la configurazione alare biplana era caratterizzata da ala superiore ed inferiore delle stesse dimensioni, la prima posizionata alta a parasole e la seconda montata alta sullo scafo.
L’S.9 aveva ricavata a prua una postazione per il mitragliere, armato con un’arma calibro 7,7 mm.
La propulsione era affidata solitamente ad un motore Isotta Fraschini V.4B, un 6 cilindri in linea raffreddato a liquido in grado di erogare una potenza massima di
160 CV, abbinato ad un’elica bipala in legno a passo fisso.
Complessivamente la SIAI costruisce diverse centinaia di idrovolanti S.8 ed S.9 (oltre
naturalmente all’F.B.A.) che entrano in servizio nei reparti dell’Esercito e della Marina Italiana.
Tratto dal Libro “PiùCento”