L’SF-260 fu progettato dall’ing. Stelio Frati agli inizi degli anni ’60 come sviluppo del precedente Aviamilano F.8 Falco; l’aereo avrebbe dovuto essere più moderno e ottimizzato per la produzione in serie.
Il progetto, denominato inizialmente F.250, fu acquistato dalla SIAI Marchetti che lo mise in produzione nel 1966 dopo alcune modifiche sostanziali tra cui l’adozione di un motore più potente.
Le ottime caratteristiche di volo unite a notevoli doti acrobatiche lo resero da subito un prodotto molto interessante, oltre che per il mercato civile, per le aviazioni militari in cerca di un velivolo dai bassi costi di gestione per equipaggiare le Scuole di Volo.
Venne quindi prodotta la versione “M”, a cui furono apportate modifiche nella strumentazione e che consentiva, tra l’altro, l’utilizzo di carichi bellici a scopo addestrativo mediante l’integrazione di due piloni subalari.
Nel 1980 volò la versione SF-260TP (Turbo Prop, turboelica), dotata di un motore con potenza di 350 hp, che nelle intenzioni della SIAI avrebbe dovuto affiancare la versione a pistoni migliorandone le prestazioni e facilitando nel contempo il supporto tecnico logistico; il successo commerciale però, nonostante le previsioni, è risultato ben più modesto rispetto al suo predecessore.
Nel 1976 l’Aeronautica Militare acquistò 45 esemplari di una versione appositamente realizzata per la Forza Armata, denominata SF-260AM e utilizzata dal 70° Stormo di Latina, in servizio fino al 2009 e poi sostituita con una versione ulteriormente ammodernata, denominata SF-260EA, questa prodotta da Aermacchi dopo l’assorbimento della SIAI Marchetti.
Oltre all’Aeronautica Militare italiana i maggiori utilizzatori del 260 sono stati la Libia, con 250 esemplari ordinati, e le Filippine con circa 60 tra esemplari con motore a pistoni e turboelica.
Il 31 luglio 2012 AleniaAermacchi ha consegnato allo Zambian Air Force and Air Defence Command il 900° esemplare prodotto, facendo dell’SF-260 l’addestratore italiano più venduto del dopoguerra.
Cinquant’anni dopo Balbo
“Attenzione: questa è la pattuglia italiana. Gli spettatori rimangano seduti e abbassino la testa”.
Con queste parole il giorno 16 luglio 1983 Pat Ford, speaker dell’Air and Water Show di Chicago, annunciava l’esibizione acrobatica dei nove SIAI Marchetti SF-260 giunti in volo dall’Italia, cinquant’anni esatti dopo la Crociera aerea del Decennale di Italo Balbo, quando ventiquattro idrovolanti SIAI-Marchetti S.55X decollati da Orbetello raggiunsero in volo gli Stati Uniti.
L’idea di ripetere l’impresa prese spunto dalla necessità di consegnare i 9 velivoli a clienti statunitensi, i primi di un consistente lotto venduto in quell’anno oltreoceano.
Gli SF-260 della Transvolata
Così il 3 luglio 1983, al termine della MAV (la storica Manifestazione Aerea di Vergiate), la pattuglia decollò dall’aeroporto di Vergiate per un volo di 8.000 chilometri fino a raggiungere la città di Chicago seguendo la stessa rotta polare percorsa cinquant’anni prima dagli Atlantici di Balbo.
Il capo formazione era il Comandante Floro Finistauri, pilota collaudatore della SIAI.
I nove SF-260C erano accompagnati da un G.222 della 46a Brigata aerea di Pisa, messo a disposizione dall’Aeronautica Militare con il compito di assicurare l’assistenza radio e di trasportare materiale e specialisti.
I velivoli presentavano una livrea bianca, il tricolore dipinto sulle semiali sinistre e sui corrispondenti piani orizzontali di coda.
Durante i due giorni della manifestazione di Chicago quasi 2 milioni di persone assistettero all’impeccabile repertorio acrobatico della pattuglia SIAI Marchetti, fortemente ispirato a quello delle famose “Frecce Tricolori”, reparto dal quale provenivano molti piloti del gruppo.
Al rientro dalla trasvolata, alcuni dei piloti protagonisti dell’impresa costituirono a Thiene, con quattro SF-260C, la pattuglia acrobatica civile delle “Alpi Eagles” che per molti anni a seguire sarà una presenza costante e apprezzata nelle manifestazioni aeree.
Floro Finistauri
Nasce ad Acquasparta, in provincia di Terni, il 20 giugno 1944.
Terminati gli studi liceali partecipa al concorso per Ufficiali Piloti dell’Aeronautica Militare e viene ammesso in Accademia Aeronautica nel 1963 con il corso “Borea 3°”.
Floro Finistauri alla guida di un SF-260
Effettua il suo primo volo su un velivolo a getto, un MB.326, nel maggio del 1964; due anni più tardi termina gli studi in Accademia con la nomina a sottotenente Pilota e l’abilitazione al pilotaggio del FIAT G.91R e, successivamente, dell’F-104G.
Conseguito il grado di Maggiore nel 1973, è inviato a Istres, in Francia, per seguire il corso di Pilota Collaudatore Sperimentatore.
Rientrato in Italia con la nuova nomina, nel corso degli anni consegue oltre 60 abilitazioni su diversi tipi di aerei ed elicotteri sia civili che militari, oltre al brevetto commerciale di elicottero, prestando servizio fino al 1979 presso il Reparto Sperimentale dell’Aeronautica Militare basato sull’aeroporto di Pratica di Mare.
Lascia quindi la carriera militare per assumere l’incarico di Pilota Collaudatore presso la SIAI Marchetti.
Nel 1983 comanda la crociera atlantica per celebrare l’omonima impresa compiuta da Balbo cinquant’anni prima, effettuando un volo di ben 8.000 chilometri da Vergiate a Chicago con nove velivoli SIAI Marchetti SF-260C; durante un’esibizione acrobatica nel cielo di Oshkosh, Finistauri perde il controllo del suo velivolo che entra in vite e si schianta al suolo.
Gravemente ferito è ricoverato presso il locale ospedale dove poco dopo si spegne; al suo attivo, oltre 4.500 ore di volo di cui 1.000 sul bisonico F-104 “Starfighter”.
Tratto dal libro PIU’CENTO