L’Influenza.

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L’Influenza è una infezione respiratoria di origine virale, facilmente trasmissibile per via aerea.

Il suo andamento è tipicamente stagionale, sviluppandosi prevalentemente fra Dicembre e Marzo.

E’ causata da virus che infettano naso, gola e polmoni.

Si trasmette da persona a persona principalmente attraverso la tosse e gli starnuti delle persone infette.

SINTOMI
Febbre, brividi, vomito, mal di testa, gola infiammata, dolori muscolari, tosse e starnuti, perdita dell’appetito.

CAUSE
Ad Oggi si conoscono tre tipi di virus influenzali appartenenti al genere Orthomixovirus: i tipi A e B, responsabili della classica influenza, e il tipo C, che generalmente non dà sintomi o si manifesta solo come un comune raffreddore.

I virus che causano l’influenza hanno una grande tendenza a mutare; per questo motivo la composizione del vaccino deve essere aggiornata ogni anno.

CONSIGLI PER LA PREVENZIONE
Mangiare cibi leggeri, lavarsi spesso le mani, curare l’umidificazione degli ambienti, evitare luoghi chiusi, affollati e poco areati, evitare il fumo, gli alcoolici e i colpi di freddo, reintegrare i liquidi persi con la sudorazione, vaccinarsi in tempo.

CURE E TRATTAMENTI
Non esistono cure specifiche per il trattamento dell’influenza. E’ importante prevenirla.

L’unico mezzo è la vaccinazione, che deve essere effettuata tra Ottobre e Dicembre.

La gravità della malattia dipende dal tipo di virus in circolazione e dalla sua diversità, più o meno marcata, rispetto a quelli circolati negli anni precedenti.

La malattia può essere pericolosa per i bambini piccoli, gli anziani e le persone con malattie croniche soggette a complicazioni.

In caso di comparsa dell’influenza, le cure hanno l’unico obiettivo di attenuare l’intensità dei sintomi e le complicanze, tramite farmaci antipiretici ed antinfiammatori che diminuiscono i dolori muscolari ed abbassano la febbre.

Per liberare in naso chiuso e dare sollievo alla gola irritata possono essere usati spray anticongestionanti ed antinfiammatori.

Se la febbre persiste per più giorni e la temperatura supera i 38°, occorre consultare il medico per evitare la comparsa di complicanze a sovrapposizione batterica.

Solo in questo caso possono essere utili gli antibiotici.

Sono disponibili anche farmaci antivirali quali l’amantadina e la rimantadina, la cui terapia dovrebbe essere iniziata entro 48 ore dall’esordio dei sintomi.

A causa dei possibili effetti collaterali, questi farmaci devono essere utilizzati solo in presenza di elevato rischio di complicanze.

DISLIPIDEMIE E RISCHIO CARDIOVASCOLARE.

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PATOLOGIA

Le malattie cardiovascolari sono, insieme ai tumori, le patologie più frequenti nella nostra società e sono causa di disabilità anche grave e di mortalità precoce.

Per queste ragioni vanno conosciute e soprattutto prevenute il più possibile.

Tra queste, infarto cardiaco e ictus (ischemia cerebrale) sono le patologie più conosciute.

Sono causate dall’ostruzione delle arterie che portano il sangue al cuore, con comparsa di infarto, e al cervello, con i danni da ictus.

Questa ostruzione è in genere dovuta ad un processo patologico detto aterosclerosi, consistente nella formazione di placche nella parete delle arterie, con ostruzione parziale o totale del flusso di sangue.

Le placche sono causate dalla deposizione di tessuto fibroso, matrice proteica e soprattutto di grassi.

E’ ben noto come certi grassi (detti anche lipidi) circolanti nel sangue, come il colesterolo totale e quello detto colesterolo-LDL (il cosiddetto colesterolo “cattivo”) e i trigliceridi, se presenti in quantità elevata, possano favorire lo sviluppo di placche aterosclerotiche e quindi di aumentare il rischio cardiovascolare.

Questo rischio è aumentato anche quando il colesterolo-HDL (il cosiddetto colesterolo ”buono”) si riduce sotto una certa soglia.

La dislipidemia è quindi l’alterazione di uno o più di questi parametri lipidici.

Le cause delle dislipidemie hanno una componente familiare/genetica, non modificabile con lo stile di vita e che può richiedere l’uso di farmaci, e una parte invece dipendente dallo stile di vita e quindi modificabile con un’adeguata alimentazione ed un incremento dell’attività fisica.

 

CONSIGLI ALIMENTARI

L’alimentazione è un fattore critico e modificabile nella prevenzione e nel trattamento delle dislipidemie.

E’ importante infatti:

  • ridurre l’assunzione di calorie
  • scegliere bene i grassi

 

Con particolare riferimento alla scelta dei grassi è bene evitare o ridurre i grassi di origine animale (burro) e prediligere quelli polinsaturi (i famosi “omega 3”) presenti nel pesce e negli oli vegetali.

Questo rischio è aumentato anche quando il colesterolo-HDL (il cosiddetto colesterolo ”buono”) si riduce sotto una certa soglia.

La dislipidemia è quindi l’alterazione di uno o più di questi parametri lipidici.

Le cause delle dislipidemie hanno una componente familiare/genetica, non modificabile con lo stile di vita e che può richiedere l’uso di farmaci, e una parte invece dipendente dallo stile di vita e quindi modificabile con un’adeguata alimentazione ed un incremento dell’attività fisica.

 

COSA FARE E COSA NON FARE

E’ utile tenere sotto controllo la pressione arteriosa e i valori di alcuni parametri del sangue, quali glucosio, colesterolo totale, colesterolo HDL e LDL e i trigliceridi e tenerli monitorati nel tempo.

Livelli fuori norma di queste sostanze possono essere indicatori di rischio cardiovascolare.

In particolare, qualora i livelli dei lipidi (trigliceridi, colesterolo LDL) risultino elevati, è fondamentale ricontrollarli dopo aver ridotto o eliminato eventuali fattori di rischio quali: alimentazione scorretta, fumo, sedentarietà.
LO SAPEVI CHE…. la misurazione della concentrazione di trigliceridi nel sangue va effettuata a digiuno (12-24 ore) poiché dopo i pasti la concentrazione dei trigliceridi nel sangue tende ad aumentare anche di 10-15 volte rispetto al valore normale, quindi il risultato dell’esame risulterebbe sfalsato.

Se servisse una consulenza specifica, il paziente, anche su consiglio della Farmacia Giardini e del Medico curante, può chiedere una valutazione presso un Centro Clinico appunto specializzato nella diagnosi e cura delle dislipidemie.

RISCHIO CARDIO-METABOLICO INTEGRATO.

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Obesità e Sindrome Metabolica…a cura della Farmacia Giardini.

 

PATOLOGIA

Il rischio cardiovascolare spesso non è isolato, ma si associa con quello metabolico, cioè con il rischio di
sviluppare diabete mellito tipo 2 (forma di diabete più diffusa che colpisce soggetti in età media-avanzata) e altre complicanze metaboliche.

Il rischio cardiometabolico integrato viene riassunto nel termine “Sindrome Metabolica”.

Questa condizione patologica è piuttosto frequente, inizia oggi a colpire anche i bambini e i ragazzi e rappresenta una situazione di rischio ancor più grave rispetto alla sola dislipidemia (alterazione di uno o più parametri lipidici come colesterolo e/o trigliceridi).

Come si definisce la sindrome metabolica?  Secondo le Linee Guida Americane sul trattamento del’ipercolesterolemia nell’adulto (2005), si ha sindrome metabolica se se si hanno almeno 3 fra i seguenti 5 parametri:

  • obesità addominale-centrale (circonferenza vita  oltre  102 cm negli uomini,  88 cm nelle donne)
  • trigliceridemia maggiore o uguale a150 mg/dL
  • colesterolo HDL (colesterolo “buono”) minore di 40 mg/dL per gli uomini e 50 mg/dL per le donne
  • pressione arteriosa _130/85 mmHg
  • glicemia (livello di glucosio nel sangue) a digiuno maggiore di 100 mg/dL.

Maggiore è il numero di fattori presenti, maggiore è il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e metaboliche e di aggravare le loro complicanze.

 

CONSIGLI ALIMENTARI

La sindrome metabolica deriva da una complessa interazione tra fattori genetici ed ambientali (attività fisica, fumo, alimentazione).

Per la prevenzione ed il trattamento di tale sindrome è importante controllare:

  •  l’apporto alimentare, che dovrà contenere una quantità di energia più contenuta (KiloCalorie), soprattutto in presenza di sovrappeso.
  • la qualità degli alimenti, facendo attenzione al loro Indice Glicemico (parametro che indica quanto un alimento aumenta la glicemia, dopo l’assunzione, a confronto con il glucosio) e prediligendo quelli caratterizzati da un valore di questo parametro basso.

Una particolare attenzione va posta alla qualità dei grassi assunti, con l’obiettivo di ridurre la quantità dei grassi saturi (di origine animale) e privilegiando invece alimenti come il pesce e, in quantità moderata, gli oli vegetali, notoriamente ricchi di acidi polinsaturi (i famosi omega 3).

 

COSA FARE E COSA NON FARE 

La sindrome metabolica si riconosce valutando i 5 parametri indicati sopra, tutti facilmente rilevabili e monitorabili grazie all’autoanalisi in Farmacia.

Oltre ad una corretta alimentazione, è importante migliorare anche lo stile di vita, eliminando il fumo, se presente, e aumentando l’attività fisica, in caso di vita troppo sedentaria.

 

LO SAPEVI CHE il rischio cardiometabolico può variare anche in base al gruppo etnico di appartenenza.

In una società multietnica come ormai è oggi quella italiana, questo aspetto va considerato, ad esempio definendo dei limiti per la circonferenza addominale specifici per le varie etnie.

Il Diabete Mellito Tipo 2.

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LA PATOLOGIA

Il diabete mellito è una malattia che colpisce soprattutto la capacità di utilizzare gli zuccheri, introdotti con gli alimenti, per le necessità energetiche e metaboliche dell’organismo.

Questo avviene a causa della carenza di insulina, il principale ormone prodotto dal pancreas che regola il metabolismo degli zuccheri, oppure per una sua ridotta efficacia a livello dei vari organi. E’ una patologia cronica e progressiva ed è presente in due forme principali:

– il diabete mellito tipo 1, giovanile e caratterizzato dalla carenza totale di insulina, a causa di un danno del pancreas;

– il diabete mellito tipo 2, che è la forma più diffusa di questa malattia e colpisce soggetti di età media o avanzata. In questo caso, l’insulina non è carente, ma riesce poco ad agire su organi importanti come il fegato, il muscolo e il tessuto adiposo: vi è quindi resistenza all’insulina.

 

Questo comporta non solo un ridotto passaggio di zucchero dal sangue agli organi, con aumento della glicemia (livello di glucosio nel sangue), ma anche un danno progressivo di questi organi e del sistema cardiovascolare.

La glicemia moderatamente elevata non dà sintomi gravi e quindi il paziente a volte non sa di avere il diabete tipo 2.

Questa patologia non è guaribile in modo preciso, ma può essere ben gestita e controllata, soprattutto se vi è buona collaborazione tra paziente e operatori sanitari (medico e farmacista).

Ciò permetterà di ridurre al minimo le vere complicazioni a lungo termine del diabete tipo 2 e cioè il rischio di sviluppare malattie gravi, come danni vascolari a livello di cuore, cervello, reni e occhio (retina).

 

CONSIGLI ALIMENTARI

Una corretta alimentazione è il primo passo per promuovere la salute. Ciò è ancora più vero per il diabete tipo 2. Se si è sovrappeso, l’apporto alimentare dovrà contenere una quantità di energia (kiloCalorie) più contenuta. Inoltre, anche se è una malattia del metabolismo degli zuccheri, nel diabete non dobbiamo ridurli nell’alimentazione, ma selezionarli bene, mangiando alimenti con basso indice glicemico.

Anche gli alimenti contenenti grassi vanno scelti bene, evitando o riducendo i grassi saturi e di origine animale e scegliendo quelli di origine vegetali o contenuti nel pesce.

Vanno infine assunte proteine alimentari di elevato o buon valore biologico (pesce, carni bianche, legumi e cereali), ma in quantità non eccessiva per non sovraccaricare il sistema renale. volte non sa di avere il diabete tipo 2.

 

COSA FARE E COSA NON FARE

1. E’ utile ridurre il peso in eccesso e il grasso addominale

Il diabete mellito tipo 2 è spesso associato in modo causale alla presenza di sovrappeso o di obesità, cioè di aumento del tessuto adiposo, soprattutto a livello addominale. Ciò si osserva non solo negli uomini e nelle donne dopo la menopausa, ma oggi anche nei bambini e negli adolescenti. La riduzione del grasso addominale mediante una corretta nutrizione e una buona attività fisica quotidiana contribuisce molto a prevenire il diabete tipo 2 o a ridurne la gravità, se è già presente.

2. È importante conoscere i propri livelli di glicemia

La glicemia elevata, indicatore di diabete, spesso non dà segni e sintomi. La determinazione di questo valore in laboratorio clinico o presso la Farmacia può aiutare a capire se abbiamo qualche problema di metabolismo glucidico. Da ricordare che il diabete tipo 2 ha un elevato grado di familiarità e quindi conoscere la glicemia è doppiamente importante se in famiglia qualcuno ha il diabete.

 

LO SAPEVI CHE… l’indice glicemico è un parametro di recente identificazione che si aggiunge al calcolo generale del contenuto energetico (quantità di kiloCalorie) della nostra alimentazione.

Esso indica quanto un alimento aumenta la glicemia, dopo l’assunzione, a confronto con il glucosio (alimento di riferimento). Tanto più basso è questo valore, minore sarà l’aumento della glicemia dopo averlo mangiato e quindi tanto più tale alimento è indicato nel diabete tipo 2.

Cosmetica Molecolare.

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LA PELLE.

Siamo abituati a pensare alla pelle come un semplice rivestimento. In realtà, essa è un vero e proprio organo: l’organo più esteso del nostro corpo, e svolge molte importanti funzioni.

Protezione. La pelle è la prima barriera di difesa contro gli agenti nocivi esterni, come gli urti e i microrganismi dannosi. Inoltre, assorbe e blocca le radiazioni solari dannose UVA e UVB.

Termoregolazione. La costrizione e la dilatazione dei vasi sanguigni superficiali e il processo di sudorazione permettono uno scambio di calore con l’ambiente esterno che consente di regolare la temperatura di tutto il corpo.

Barriera contro l’evaporazione. La pelle si oppone all’eccessiva perdita di liquidi del nostro corpo.

Eliminazione di scorie. Attraverso la sudorazione, molte sostanze tossiche vengono espulse dal nostro corpo.

Riserva energetica. La pelle è un serbatoio di lipidi e di acqua a disposizione del nostro corpo.

Sintesi. È in grado di sintetizzare autonomamente alcune sostanze importanti per il nostro organismo, come la vitamina D.

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CAUTELE E SUGGERIMENTI PER L’ABBRONZATURA.

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Se si desidera mantenere la pelle giovane ed elastica il più a lungo possibile è fondamentale, soprattutto in Estate ed in paesi come il nostro, usare una serie di precauzioni per prevenire i danni da esposizione solare.

Ogni giorno aumentano le evidenze sperimentali che dimostrano come il Sole sia responsabile, oltre che dell´ abbronzatura e delle scottature, anche dell’invecchiamento prematuro della pelle.

 

LE CAUSE

Le comuni scottature solari sono causate dall’esposizione alle radiazioni ultraviolette di tipo B (UVB): da anni sono presenti sul mercato filtri solari in grado di prevenire il danno da UVB e le scottature.

Più recentemente l’attenzione si è però spostata sugli ultravioletti di tipo A (UVA), che sembrano essere direttamente coinvolti nell’invecchiamento cutaneo e nell’aumento di rischio per alcuni tumori come il melanoma.

Attualmente sono disponibili filtri solari in grado di proteggere la pelle sia dagli UVA che dagli UVB che dovrebbero comunque essere utilizzati non per restare più tempo al sole, ma solo per ridurre i danni di una normale esposizione.

La pelle normale mantiene un ricambio costante ed ogni volta che viene danneggiata se ne produce di nuova, e specifici enzimi provvedono alla completa rimozione delle vecchie cellule.

Recenti studi hanno dimostrato che la luce ultravioletta solare è in grado di rallentare l’attività di rigenerazione cutanea, accelerando invece quella degli enzimi distruttivi.

Il risultato è la formazione di una serie di microcicatrici invisibili che, negli anni, determinando l’aspetto cutaneo dell’invecchiamento precoce.
COME PREVENIRE

  • Non state troppo al sole: questo è particolarmente importante dalle 11 del mattino alle 3 del pomeriggio, quando le radiazioni UV che filtrano attraverso l’atmosfera sono al loro massimo.
  • Usate un buon filtro solare per gli UVA e gli UVB: esistono numerose scale numeriche per indicare l’efficacia filtrante di una crema o di un olio. Lo standard è comunque il parametro SPF (Sun Protection Factor). Se desiderate una buona protezione, utilizzate un prodotto con SPF almeno pari a 15, e riapplicatelo spesso.
  • Indossate un cappello e mettete gli occhiali da sole: la maggior parte degli occhiali, anche quelli economici, filtra oltre il 99% della radiazione ultravioletta. Ricordate comunque di applicare un filtro solare nella zona intorno agli occhi.
  • Usate indumenti appropriati: abiti leggeri e larghi possono essere indossati per rimanere freschi e comunque protetti dagli ultravioletti. Una maglietta bagnata, invece, offre una bassa protezione.
  • Evitate l’abbronzatura artificiale: i lettini abbronzanti emettono primariamente UVA, i cui effetti a lungo termine non sono al momento valutabili pienamente, in particolare per quel che riguarda l’invecchiamento cutaneo.

 

Dopo ogni esposizione al sole è necessario idratare la pelle con creme dopo sole, oli bagno, fluidi ricchi di sostanze nutritizie.

La Zanzara Tigre. Prevenzione innanzitutto.

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Quando è attiva?
La Zanzara Tigre di solito punge di giorno, preferibilmente al mattino e nel tardo pomeriggio.

E’ attiva da Maggio a Ottobre, pur con variazioni relative al clima e alla stagione, dopodiché depone uova dette ”di resistenza”, capaci di superare, anche in assenza di acqua, le rigide temperature invernali e giungere all’estate successiva.

 

La Prevenzione
Per limitare la riproduzione della Zanzara Tigre è essenziale la prevenzione, che deve essere attuata con l’impegno di ogni singolo cittadino.

Mentre gli insetticidi (piretroidi sintetici es. Baygon) sono efficaci nei confronti degli insetti adulti, a scopo preventivo possono essere adottati alcuni semplici accorgimenti, come:

  • eliminare, se possibile, dai giardini e dai balconi tutti i contenitori pieni d’acqua (sottovasi, annaffiatoi, ecc.) che rendono possibile la moltiplicazione della zanzara; se ciò non è possibile, è opportuno coprirli con una zanzariera o aggiungere circa 200 grammi di fili di rame per litro di acqua. In alternativa svuotarli una volta alla settimana, per interrompere il ciclo di riproduzione.

 

  • nei ristagni d’acqua che non possono essere svuotati (tombini, scoline, ecc.) la cosa migliore è aggiungere un larvicida biologico atossico a base di Bacillus Thuringensis (es. Biolarkim, Vectobac) ogni sette giorni oppure ogni 14-21 giorni un prodotto sempre a bassa tossicità per l’uomo e per gli animali a sangue caldo a base di Diflubenzuron (es. Flubex compresse e Flubex Flow) da usare anch’esso alle dosi consigliate, che inibisce lo sviluppo larvale; un’altra possibilità consiste nell’aggiungere qualche cristallo di solfato di rame per ogni litro di acqua stagnante.

 

  • tenere ben rasata l’erba dei giardini, eliminando le sterpaglie.
  • immettere pesci rossi, che si nutrono di larve di zanzara, nelle vasche dei giardini.
  • raccomandare a vicini e amici l’osservanza di queste semplici regole.

 

  • ricordarsi, prima della partenza per le vacanze, di mettere al riparo dalle piogge tutti i possibili contenitori di acqua e di dare a persona di fiducia l’incarico di proseguire i trattamenti fino al rientro dalle vacanze.

 

  • È utile anche adottare misure di prevenzione delle punture di insetti: evitare l’uso di profumi e lacche per capelli, utilizzare zanzariere o insettorepellenti (in forma di lozioni, stick, spray, zampironi o fornellini elettrici). Gli insettorepellenti vanno usati rispettando le norme di impiego e vanno evitati da chi ha manifestato in precedenza reazioni indesiderate.

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SOLE AMICO, SOLE NEMICO.

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Il Sole è un prezioso amico per l´organismo. Gli effetti benefici dei raggi solari sono infatti numerosi:

  • stimolano la produzione di vitamina D che rinforza il tessuto osseo
  • migliorano l´umore
  • tonificano fisico e muscoli
  • migliorano le prestazioni fisiche (si è più resistenti alla fatica)

 

L’amico Sole può inoltre essere una “terapia” per alcune malattie, come nel caso della psoriasi e dell´artrite. Tuttavia un´eccessiva esposizione ai raggi solari può provocare diversi disagi , in primo luogo la SCOTTATURA SOLARE o ERITEMA SOLARE.

 

CHE COS´E´ LA SCOTTATURA SOLARE

È un meccanismo di difesa dell´organismo umano, innescato come un segnale di allarme per un´eccessiva esposizione ai raggi solari. La pelle attiva un processo infiammatorio di diverse entità: quando la scottatura è lieve la parte interessata compare arrossata e leggermente dolorosa al tatto, quando la scottatura è più profonda la zona colpita è calda, caratterizzata da una sensazione di prurito, il dolore si accentua e si può verificare la formazione di bolle con perdita di liquidi.

La guarigione richiede alcuni giorni in funzione della gravità della scottatura e l´utilizzo di specifici prodotti.

 

LE CAUSE

La luce solare è un fascio di raggi: ultravioletti (UV), infrarossi (IR) e luce visibile. I raggi infrarossi sono caldi, mentri gli ultravioletti (UVA, UVB e UVC) sono freddi e sono i responsabili della stimolazione della produzione di melanina che conferisce alla pelle il colore scuro tipico dell´abbronzatura.

Mentre i raggi UVA sono i principali responsabili dell’abbronzatura, ai raggi UVB si devono in maggior misura gli effetti negativi del sole: scottature, invecchiamento della pelle e formazione di rughe.

 

COME PREVENIRE UN ERITEMA SOLARE

  • È consigliabile esporsi gradualmente ed evitare i “bagni di sole” dalle 11 alle 15:00, quando cioè i raggi solari colpiscono la Terra verticalmente e sono dunque più dannosi.
  • E´ importante scegliere con cura i prodotti protettivi (solari) in funzione del proprio tipo di pelle. Per pelli molto chiare sono consigliabile schermi protettivi (i solari) ad un alto FP (fattore di protezione).
  • Ripetere la frizione dei solari anche più volte al giorno, soprattutto dopo i bagni.
  • Fare particolare attenzione agli elementi che potrebbero “ridurre la percezione” del rischio-scottatura: vento, cielo leggermente nuvoloso, superfici riflettenti come acqua e sabbia chiara.
  • Dopo l´esposizione solare idratare la pelle con l´uso di prodotti specifici

La Prevenzione.

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La Salute in Primo Luogo…a cura della Farmacia Giardini

Che cosa è

Con il termine prevenzione si indica una metodica moderna che mira a creare le condizioni per evitare che una malattia o uno stato patologico compaia nella popolazione, nelle persone più a rischio o che si presentino nuovi episodi in soggetti che hanno già sofferto una patologia.

 

Come si effettua

Le  ‘linee guida’ della prevenzione consigliano un’alimentazione moderata sia in termini di quantità (occorre evitare un introito calorico eccessivo e tenere sotto controllo il peso) che qualitativo (facendo attenzione a non esagerare con i grassi, specie se animali).

Fortemente consigliato invece assumere frutta e verdura in grande quantità, soprattutto perchè ricche di vitamine e minerali ad azione protettiva ed indispensabili per il corretto bilancio dell´organismo.

Da abolire completamente il fumo, alto fattore di rischio per eventi tumorali e per malattie cardiovascolari.

Gli alcolici devono essere assunti con moderazione, ma non aboliti del tutto, soprattutto il vino rosso, molto utile come protettore del sistema circolatorio.

 

Cosa si deve fare

In un corretto regime di prevenzione, una dieta sana ed una costante attività fisica possono aiutare a contrastare i danni all´organismo.

Per tutti, soprattutto se si è in sovrappeso, integratori a base di fibre possono risultare utili a seguire la dieta riducendo il senso di fame e limitando l’assorbimento di grassi.

Inoltre, in Farmacia è possibile reperire vitamine, minerali e composti antiossidanti che agiscono contro i radicali liberi responsabili di alcuni dei fenomeni di invecchiamento.

Inoltre, sempre in Farmacia, è possibile trovare soluzioni ed integratori utili per prevenire e ridurre la concentrazione di grassi nel sangue.

LA TOSSE NEI BAMBINI.

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La salute in primo luogo…a cura della Farmacia Giardini

 

IL MUCO

La superficie del sistema respiratorio è ricoperta da un sottile strato di muco prodotto dalle cellule epiteliali: una sostanza biancastra, fluida e viscosa che intrappola le sostanze estranee come particelle inquinanti, allergeni, batteri e virus.

Le cellule epiteliali che si trovano a livello superficiale a contatto con il muco respiratorio, sono dotate di piccole ciglia che muovendosi spostano il muco verso le cavità nasali e la cavità buccale, cioè verso le zone di espulsione.

In presenza di infezioni il muco cambia composizione e viscosità, perde le sue caratteristiche fisiologiche e la sua capacità di difesa dell´apparato respiratorio.

Un´alterazione della quantità e delle caratteristiche del muco è associata alla comparsa del fastidioso sintomo della tosse.

LA TOSSE E I BAMBINI

La tosse, come tutti i disturbi di salute, nei bambini crea un disagio maggiore rispetto all´adulto

  • il piccolo appare affaticato
  • spossato
  • perde l´appetito
  • riposa male
  • la tosse è spesso accompagnata da febbre

PICCOLI CONSIGLI PER IL BAMBINO

  1. Un apporto elevato di liquidi è importante anche per evitare la disidratazione che può verificarsi nei bambini malati, in particolare quando compare anche la febbre.
  2. L´umidificazione dell´ambiente è un altro rimedio utile le vie aeree, fluidificare il muco e facilitare la respirazione (può bastare una bacinella di acqua calda che genera vapore da far respirare al bambino). L´aggiunta di sostanze balsamiche all´acqua può aumentare l´irritazione delle vie aeree.
  3. Evitare che il bambino sia esposto a sostanze irritanti per le vie respiratorie, come fumo, polvere e allergeni.
  4. Non è necessario costringere il piccolo a mangiare se non ne ha voglia (è colpa della tosse e della gola irritata), occorre chiamare il medico solo se il problema persiste.

 

Uno sciroppo mucolitico e fluidificante (come Lisomucil sanofi-aventis) è particolarmente indicato per favorire l´espettorazione del muco e ristabilire la normale produzione di questa sostanza ad azione difensiva.

INFEZIONI INTESTINALI DEL BAMBINO.

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La Salute in Primo Luogo…a cura della Farmacia Giardini.

 

COSA SONO

Le infezioni intestinali rappresentano una delle principali cause di richiesta di intervento del pediatra. In medicina sono identificate con il nome di gastroenteriti batteriche e/o virali. Nel bambino, come nell´adulto, si possono manifestare con 2 sintomi caratteristici: il vomito e la diarrea. Per quest´ultimo sintomo è importante constatarne la comparsa come aumento della quantità di acqua nelle feci, che può non essere accompagnata da una maggiore frequenza delle evacuazioni. Completano il quadro clinico mancanza di appetito, febbre e dolori addominali.

 

LE CAUSE

I principali microrganismi coinvolti nelle infezioni intestinali dei bambini tra i 3 ed i 15 mesi sono i Rotavirus. A seguire possono causare vomito e diarrea le infezioni da Clostridium difficile ed Escherichia Coli. Spesso l´infezione è dovuta ad un calo delle difese dell´organismo associato ad un impoverimento della flora batterica intestinale.

 

COSA FARE

1. Consultare il pediatra e seguirne i suggerimenti (fermenti lattici, antibiotici all´occorrenza)

2. Soprattutto se è presente il vomito, far bere al bambino bevande gradite a piccoli sorsi e di frequente per reintegrare i liquidi persi

3. In presenza di diarrea e superata la fase acuta è bene re-introdurre nella dieta alimenti solidi gradualmente. Meglio se “astringenti” come il riso, le patate, la banana, etc…

SALUTE E DISTURBI DEL FEGATO.

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LA SALUTE IN PRIMO LUOGO…a cura della Farmacia Giardini

 

Le patologie del fegato sono definite anche epatopatie. Le principali malattie del fegato sono causate da agenti infettivi come i virus (epatite virale A, B e C) e dall’alcol, che causa l’epatopatia alcolica.

L’epatite virale A si trasmette mediante alimenti e bevande contaminati, mentre le epatiti B e C si trasmettono attraverso il sangue (trasfusioni od oggetti contaminati da sangue infetto), per via sessuale o durante la gravidanza dalla madre al feto.

Le forme acute di epatite possono in alcuni casi non guarire e diventare croniche.

L’epatopatia alcolica può insorgere nei soggetti che abusano di bevande alcoliche e si caratterizza inizialmente per un fegato ingrandito, steatosico (cioè con aumento del contenuto di grasso) e con ridotta funzionalità.

Con il passare del tempo, sia un’epatite cronica causata da virus, sia il fegato grasso provocato dal consumo di alcol, possono evolvere in un’altra patologia epatica, di gran lunga più grave delle precedenti, chiamata cirrosi epatica. Il processo degenerativo a carico del fegato può in alcuni casi aggravarsi portando allo sviluppo di tumore del fegato.

Un’altra frequente forma di epatopatia è la steatopatite non alcolica, frequente in soggetti con sindrome metabolica e obesità.

 

CONSIGLI ALIMENTARI

Tra le epatiti virali la forma A è spesso provocata da alimenti contaminati, come l’acqua o particolari cibi, tra cui i frutti di mare crudi. La cottura o l’esposizione ad alta temperatura in genere inattiva i virus dell’epatite a livello degli alimenti, ma anche di oggetti da tavola potenzialmente contaminati.

In presenza di epatopatie, è utile non caricare l’alimentazione di grassi ed è opportuno assumere vitamine con la frutta e la verdura.

 

COSA FARE E COSA NON FARE

Cercare di limitare l’esposizione dell’organismo e quindi del fegato agli agenti tossici, come l’alcol e alcuni farmaci, e a quelli infettivi (virus dell’epatite) è importante per prevenire le epatopatie e eventualmente rallentarne l’evoluzione.

La funzionalità epatica può essere controllata eseguendo delle analisi del sangue per il dosaggio degli enzimi del fegato GOT e GPT (transaminasi), della bilirubina e di altre proteine presenti nel sangue.

Controllare periodicamente questi parametri ti aiuta a prevenire e mantenere in buona salute il tuo fegato. Valori elevati di GOT e GPT potrebbero essere il segno di sofferenza del fegato ed epatiti.

CIBO E FARMACI.

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La Salute in Primo Luogo…a cura della Farmacia Giardini.

 

Ogni volta che si assume un farmaco a stomaco pieno, i farmaci e gli alimenti vengono a contatto diretto.

Le interazioni cibo-farmaci, oltre ad essere molteplici, possono essere anche molto complesse ma, nella maggior parte dei casi, non sono tali da compromettere l´efficacia della terapia o da rappresentare un pericolo.

Nei casi in cui vi possono essere delle interferenze, il farmaco deve essere assunto ´a stomaco vuoto´, intendendo con questa espressione un´ora prima o due ore dopo l´assunzione del cibo.

Le informazioni per una corretta assunzione dei farmaci in relazione ai pasti sono di norma riportate nei foglietti illustrativi all´interno delle confezioni dei medicinali.

In caso di dubbio ci si può rivolgere al medico o al farmacista che sapranno indicare in quali casi sia importante prestare attenzione a questo aspetto, in quali altri lo sia meno o non lo sia affatto.

LE INTERAZIONI:

– I liquidi accelerano il passaggio attraverso lo stomaco e quindi riducono l´intervallo di tempo fra l´assunzione del farmaco e la comparsa dei suoi effetti.

– I cibi solidi, al contrario, rallentano lo svuotamento gastrico e diminuiscono la velocità di assorbimento di alcuni farmaci.

– In alcuni casi il consiglio di assumere determinati farmaci lontano dai pasti dipende dal fatto che questi farmaci possono essere particolarmente sensibili all´acidità gastrica e, se il transito attraverso lo stomaco è rallentato per la presenza del cibo, questa interazione riduce notevolmente la quantità di farmaco assorbita. Rientrano in questo caso, ad esempio, alcuni antibiotici.

– Esistono anche dei casi in cui è meglio assumere i farmaci a stomaco pieno, quando l’ assorbimento viene favorito dalla presenza di cibo nello stomaco o quando si desidera attenuare l´effetto irritante dei farmaci sulla mucosa gastrica (ad. esempio i farmaci antiinfiammatori o il ferro).

ALCOOL E FARMACI:

L´accoppiata alcool-farmaci è imprevedibile e pericolosa. Andrebbe perciò sempre evitata.

Questo suggerimento diventa un vero e proprio divieto quando si assumono farmaci che agiscono sul Sistema Nervoso Centrale (es. tranquillanti, antidepressivi, antiistaminici) in quanto l´alcool ne potenzia gli effetti sedativi.

In alcuni casi l´assunzione di alcol può determinare la comparsa di una particolare reazione che si manifesta con arrossamento del volto e del collo, vomito, mal di testa e palpitazioni.

COME ASSUMERE UN FARMACO:

Alcune sostanze contenute nel pompelmo sono in grado di modificare l´attività di certi farmaci, interferendo con alcuni enzimi del nostro organismo.

E´ quindi opportuno non utilizzare mai il succo di pompelmo per assumere i farmaci.

Se si vuole mascherare il sapore sgradevole di un farmaco si può utilizzare il succo di arancia, ricordandosi però che succhi di frutta e bevande acide in generale non vanno usati se si devono assumere alcuni antibiotici.

Per ridurre l´irritazione gastrica si può assumere il farmaco con il latte ma, anche in questo caso, alcuni antibiotici non possono essere assunti.

Per evitare qualsiasi problema, l´acqua naturale è sempre la scelta più opportuna, meglio se a temperatura ambiente e in abbondante quantità, così da facilitare la dissoluzione del farmaco ed il successivo assorbimento.