Ho sentito spesso affermare che la pratica delle costellazioni é un “teatrino” – in un’accezione ironica certamente – in cui le persone fingono di “interpretare” un personaggio.
Vero: le persone rappresentano altre persone o entità astratte come l’Amore o il Coraggio (giusto per citarne due a caso), ma non è vero che si finga di rappresentare un personaggio, – anche se forse la parola stessa rappresentante può in fondo effettivamente fuorviare.
La parola rappresentante in costellazione ha un valore diverso da quello giuridico; ha il senso di mostrare-farsi vedere-rivelarsi.
I rappresentanti non fingono per due principali e semplici motivi:
- Il primo è che il gruppo non conosce un copione, non c’è la ricerca di un lieto fine né un finale a sorpresa. Ognuno sente il proprio corpo e sta nell’ascolto puro e semplice.
Attraverso una costellazione si rende visibile una dinamica interiore tridimensionale e il suo movimento non è volto alla risoluzione di un problema, bensì riconoscere le forze insite in un sistema (esempio quello familiare) e le leggi a cui questo risponde.
- Il secondo è che la figura del facilitatore è preposta, allenata a stare nell’ osservazione empatica, a facilitare, per l’appunto, il flusso naturale che si crea attraverso il sentire dei rappresentanti. Più semplicemente il facilitatore, per sua formazione, ha imparato a distinguere dentro di sé, cosa è materiale emotivo personale e cosa invece è il sentimento o l’emozione che incarna una persona estranea al sistema della persona che fa la sua costellazione. I rappresentanti sono immersi in ciò che viene chiamato “campo cosciente” ed è il fondamento su cui si basa il lavoro delle Costellazioni familiari.
Domenica 11 Marzo 2018 dalle 09:30 alle 18:00 ti propongo una giornata per sperimentare questa pratica e se hai bisogno di ulteriori informazioni, dubbi e domande non esitare a contattarmi.
Buon fine settimana Laura Rubiola per Colori dell’Anima
