Se il fungo in generale è il principe delle tavole autunnali, il porcino è sicuramente il suo re incontrastato. Il suo profumo esalta i piatti a cui si accompagna e la morbidezza al palato è qualcosa che appaga oltre ogni cosa.
Nulla vale la soddisfazione di una levataccia per prendere l’ automobile e dopo una marcia forzata raggiungere il posto segreto dove si troverà sicuramente ( non sempre quest’anno ) un bel cesto di porcini, su questo siamo d’accordo. Riflettendo, non sempre si ha il tempo di farsi una mattinata nei boschi montani, e se facciamo bene due conti tra benzina e l’autostrada a volte si supera come costo il valore dei funghi trovati. Perché, se ci pensate, con due litri di benzina si compra un bel porcino più che sufficiente per un bel risotto e quindi forse vale la pena di venire a trovarmi e scegliere quello che più piace.
Sul come cucinarlo, qui abbiamo secoli di tradizione da rispolverare. Se è perfetto, quindi gambo sodo, cappella chiusa, altezza max 10 cm c.a. nulla è meglio di tagliarlo a fette e mangiarlo crudo con scaglie di grana ed un velo di olio extra vergine ligure.
Il risotto ( consiglio di utilizzare un ottimo s. Andrea, da me troverete quello di Baraggia D.O.P. ) poi è un classico incontestabile!! Per non parlare della polenta coi funghi.
Per acquistare un’ottima polenta (bramata, bramata bianca, taragna) bisogna tener conto della sua macinatura fine, media, grossolana e della provenienza, ( a mio avviso la media e quelle che vengono dalle nostre prealpi sono le migliori ).
P.S. Se nel cuocere i funghi usate l’aglio rosa e diventa scuro, se fossi in voi non li mangerei!
Buon appetito!!